"La convinzione che i prezzi di vendita della
lana spuntati dagli allevatori fossero inferiori rispetto al potenziale
valore del prodotto e che tale situazione potesse essere invertita
solamente se legata ad un processo di miglioramento qualitativo della
materia prima, ha spinto l'Ente Parco ad affrontare la problematica,
esaminando i passi più appropriati da compiere per arrivare ad una
soluzione."
Nel 2010 nasce per queste
necessità il progetto Pecunia, iniziativa del parco Nazionale Gran Sasso
Monti della Laga che ha l'obiettivo di incrementare il valore economico
della lana prodotta nell'area Parco.
Pecunia è il nome della dea
della ricchezza e dell'abbondanza, dal latino pucus, "bestiame" a
significare che un tempo la pastorizia era sinonimo di prosperità e le
pecore rappresentavano vere e proprie banconote.
Oggi la situazione si è
drammaticamente capovolta. Ad allevare rimangono pochissimi ed i più si
trasformano in altre attività, a nome di quella tanto pubblicizzata
multifunzionalità aziendale...
Spesso sento parlare di geniali idee di
rilancio, di meteore, comete e fuochi d'artificio! Non si parte mai dal
presupposto di migliorare i prodotti aziendali, naturalmente parlo di
qualità e prezzi!! L'agnello viene venduto allo stesso costo di 40 anni
fa nonostante tutti i costi di produzione siano aumentati, il latte si
difende solo se si investe nella sua trasformazione e la lana, così come
il letame, è un vero e proprio pianto, non ha mai contribuito al
reddito aziendale...
Da qualche anno qualcosa sta migliorando, le Associazioni di categoria e gli Enti che lavorano con gli allevatori ci
aiutano ad evitare l'estinzione (e di riflesso la loro) concentrandosi
sui nostri prodotti! E' nato così il marchio di tutela per l'Agnello
d'Abruzzo grazie all'Associazione Regionale Allevatori che assicura un
migliore sistema di ritiro degli agnelli garantendo prezzi per quanto
possibile dignitosi durante tutto l'anno. Ed altro grande passo lo si è
fatto grazie al Progetto Pecunia.
Il Parco Nazionale con la sua azione
sul territorio ha permesso agli allevatori di conoscere la filiera della
lana e ritirando la lana sucida dell'intera area Parco secondo alcuni
precisi criteri ha consentito di ottenere migliori prezzi di vendita. Di
fatto è richiesto un minimo impegno all'allevatore durante la raccolta
della lana per ottenere un prezzo al chilo di sucido decente ed uno
sforzo più grande nell'eventualità l'allevatore decidesse di trasformare
direttamente la sua lana sucida in filato per venderla come tale. Ad
ogni modo le alternative proposte sono valide entrambe.
L'allevatore
deve impegnarsi per primo se non vuole estinguersi...
Le Associazioni e gli Enti
migliori in provincia ci appoggiano nella maniera giusta, abbiamo poi
forti gambe, braccia robuste ed un cervello ben pensante!! Miglioriamo i
nostri prodotti, creiamo filiere per loro e "camperemo" bene rimanendo
fedeli a noi stessi. Ce l'abbiamo sempre fatta e ce la continueremo a
fare col nostro lavoro, la dignità e la passione!!
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