Sul Gran Sasso nella piana di Campo Imperatore pascolano le mie pecore. Lo scenario è il lago di Passaneta ed i ruderi dell'abbazia cistercense di S.Maria del Monte, del XIII sec.: fino al secolo scorso, era abitata da monaci che riscuotevano il dazio ai pastori che custodivano le loro greggi durante la transumanza estiva. Il lago era uno dei pochi posti in cui si potevano abbeverare gli animali.. INFO: lanaquilana@gmail.com
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giovedì 5 luglio 2012
La transumanza a Campo Imperatore
Ci siamo! Come ogni anno transumiamo con tutto il gregge a piedi verso i nostri pascoli a Campo Imperatore. Scrivo "nostri" perchè sono i pascoli che ci ha assegnato il comune di Barisciano. Ogni pastore ha la sua zona da rispettare, non può invadere quella di altri per evitare mescolanza con altre greggi. Il cammino è lungo, dura un'intera giornata.
I nostri amici partono invece con fuoristrada e trattori per raggiungere al più presto il lago di Passaneta e cominciare a preparare i recinti che accoglieranno durante la notte e per tutta l'estate il nostro gregge!
Al solito, è' una dura giornata di lavoro, ma cerchiamo sempre di allietarla con un'abbondante, genuino ed ottimo pasto! Poi il panorama mozzafiato e l'aria incontaminata ci ripagano di ogni sacrificio. Le pecore stanno bene, trovano erba, acqua in quantità e soprattutto sollievo dal caldo tremendo dell'estate!
Mio suocero raggiunge ogni mattina Campo Imperatore e a volte, se a sera sente arrivare i lupi, rimane anche a dormire nel rifugio per evitare spiacevoli sorprese al mattino successivo. Ovidio gli da il cambio ogni tanto, ora è impegnato col lavoro nei campi, sta facendo il fieno per l'inverno! Ambra ed io lo seguiamo volentieri!
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IL LUNGO GIORNO DEL PASTORE
RispondiElimina(17 luglio 2012)
Il sole al suo levare ed al tramonto
il lungo giorno segna del pastore
non le sue dita basta’ a farne il conto
su tal visione, ahi quante, tutte l’ore. …
Già transumante il gregge in loco è giunto
su alture e pian distese del gran sasso
lo stazzo un po’ al rinnovo, in altro punto
di guardia il cane amico innanzi al passo.
Un rito, ormai costume diventato,
l’arrivo festa dà al pastore il loco,
sì il lago schiocca timido increspato
la rana intanto gracida lì a poco.
E il somarello l’acqua fresca beve
festante anch’esso raglia e basto scuote
suon di paiolo, allor, coperchi, in breve,
a lui, pastor, rivolte or queste note!...
Là la capanna in pietra a modo eretta
dentro il giaciglio attende del pastore
da sempre il suo paiolo e una banchetta
al buio, al chiar di luna, a tutte l’ore.
Dall’inoltrato giugno, luglio e agosto,
settembre e ottobre pur, sua casa è questa,
un vacanzier diremo oggi al suo posto
co’ aspetti in privilegio messi in testa.
Inver, l’azzurro ei s’alza un dito tocca
e il sole allo spuntar primo è a vedere,
l’aria, la pura, è sol della sua bocca
le stelle e infin la luna a si godere!
Negar non può di sì privilegiato
ma non celar vi può il paiolo e il gregge
il giorno nuovo albeggia e dunque è alzato
la mungitura allor che azienda regge.
Scenario in cui il pastor di ier vediamo
Quel d’oggi, figlio d’esso ovver nipote,
al grido “ avanti andiam, nuovo vogliamo”
tenacia frutti dà ed amor riscuote!...
Luigi BULSEI
Gigino come sempre i tuoi versi ci affascinano. Li farò diventare tesoro prezioso ed entreranno a far parte dei ricordi più belli della mia famiglia.
EliminaTi saluto con affetto e ti aspetto a Barisciano.
Le tue belle parole mi commuovono. I miei sentimenti, così riportati, sono lo scrigno dei miei ricordi, gelosamente custodito nel cuore. E quando lo apro non ne esce che la trasparenza del nostro vissuto e l'amore che ho per la mia terra. Con molto affetto, un abbraccio a te ed al tuo Ovidio.
RispondiEliminaGigino