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lunedì 23 luglio 2012

Le nostre "commari" ed i gomitoli di lana!

Abbiamo una schiera di commari pronte ad aiutarci a confezionare la nostra lana!
La commare Sandra di Camarda ieri ci ha accolto in casa sua per fare una prova di gomitoli! Sono andata con le mie cognate ed i bimbi della nostra famiglia. A parte delle buonissime torte al tiramisù, al cocco con le mandorle ed alla crema, ci aspettavano anche i suoi figli, Lino il più grande ed Umberto il più piccolo, il marito Bruno e zia Giuseppina che ha combattuto contro ogni avversità nella vita ed ha un viso che racconta del suo passato, che ha lavorato la lana come si faceva una volta ed oggi, nonostante i dolori, continua a lavorare a maglia, creando iniseme a Sandra, maestra di unicinetto, confezioni stupende di ogni tipo. In questa casa non mancano fantasia, saper fare e soprattutto la volontà di farlo!


Sotto lo sguardo vigile ed attento di zia Giuseppina, Sandra ha cominciato il lavoro: aperto l'arcolaio e sistematovi sopra la matassa della lana più fine, fissato l'arrotola gomitoli al tavolo e collegata la lana a questo. Siamo partite col primo gomitolo.
Sandra velocissima sembrava un fulmine!






Poi abbiamo pensato che zia Giuseppina avrebbe potuto fare bene, ed infatti... Mentre ricordava tutti i gomitoli fatti a casa sua quando era giovane, ha confezionato un gomitolo tondo tondo, come quelli che spesso si ritraggono tra le zampe di splendidi gattini... e poi morbido e profumatissimo! Il "come una volta" non deve essere dimenticato. Presenterò la lana in matasse e mi auguro che tutte voi potrete cercare esperienze del genere, con le vostre nonne, mamme, figlie, sorelle, amiche e perchè no mariti... Basta volerlo davvero!



  
Intanto questi gomitoli rimarranno per sempre nei miei ricordi, come tutte le persone e le cose importanti e preziose finora incontrate su questo imprevedibile sentiero che è la mia vita!

3 commenti:

  1. ....quando vedevamo nonna con le matasse di lana in mano girare per casa....sparivamo tutti all'istante!!!!!!....Poi facevamo la conta e chi usciva si sacrificava per la Patria!!!!!...però, se ci ripenso, quanti bei ricordi mi legano a quelle scalette dove mi sedevo e ascoltavo nonna che mi accontava di quando era piccola mentre aggomitolava e quanti pensieri si univano a quel filo che scorreva tra le sue mani....E' proprio vero, ci sono dei momenti che bisogna guardarsi indietro per andare avanti con più forza e determinazione...
    Brava Valeria le tue lane mi hanno fatto ritornare un po' bambina (qualche era glaciale fa ormai!!!) e tenerle in mano mi hanno fatto venire in mente un sacco di cose belle.......

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    1. Qualunque persona "grande" conserva ricordi del passato ed inevitabilmente trova la nostra lana, quella dei pastori, che veniva lavata alla fonte col sapone fatto in casa, "scardata" in pennecchie con grande carde di legno, filata col fuso e tanta pazienza al lume di candela, sistemata su aspi o arcolai, preparata a gomitolo spesso con una persona di fronte che più che altro serviva a tenere compagnia, tessuta al telaio e lavorata ai ferri dalle proprie nonne! Tante cose sono cambiate, abbiamo fatto tantissimi passi avanti, migliorando in molti casi, meno in altri... Abbiamo abbandonato alcune buone abitudini, ma nonostante tutto abbiamo "ascoltato" e ne conserviamo i ricordi. In questo periodo di crisi, io direi di farle rivivere perchè riscaldano il cuore, rendendoci concretamente migliori, e soprattutto sono economiche!!!

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  2. L’ARCOLAIO
    (23 luglio 2012)

    Tornato è l’arcolaio e la sua lana
    e le comari al sito al canto all’opra
    gomitol fan di giallo, rosso e avana
    la promotrice fiera a gioir sopra.

    Buongiorno e buon lavoro a tutte quante
    con gli occhi or che so’ entrato in tal ricordi
    ad ammirar son preso, ohi che elegante,
    di armonico e leggiadro, un far d’accordi!

    Un’arte tanto antica è riscoperta
    co’ amor di gioventù mai trapassata
    dunque la nuova maglia e la coperta.

    La dote or care spose è ritornata!...
    Alle comari grazie e a te Valeria,
    cognate, zie... che t’hanno assecondata.
    Luigi BULSEI

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